I progettisti spiegano il ponte tra Fibbiana e Bibbiani. La filosofia alla base dell'opera
Il gruppo di professionisti guidati dal professor Raffaello Bartelletti, oltre all'attraversamento del fiume, presenta anche la viabilità collegata
01/04/2009 - 09:18
Dietro la progettazione di un nuovo ponte, dietro la pianificazione di una viabilità ex novo ci sono da considerare vari aspetti di tipo urbanistico, paesaggistico, ambientale, sociale oltre che infrastrutturale che superano di fatto l’aspetto funzionale della proposta.E’ il caso del concorso di progettazione per la realizzazione del collegamento stradale tra la strada statale 67 e la strada provinciale 106 tra i comuni di Capraia e Limite e Montelupo Fiorentino. Il nuovo ponte sull’Arno il cui progetto è stato presentato la scorsa settimana dalla Provincia di Firenze.
gonews.it ha interpellato i professionisti che hanno curato il progetto vincitore della “Città delle due rive” per conoscerlo più dettagliatamente.
Il gruppo che ha vinto è guidato dall’ingegner Raffaello Bartelletti, professore ordinario di Teoria e Progetto dei Ponti dal 1980 all’università di Pisa; e ne fa parte la Smart Engineering srl, lo studio Linciano-Benvenuti e associati (Arch. Albertino Linciano - Massimiliano Chiappi), la LDA.iMdA architetti associati Bellucci -Posarelli (Arch. Paolo Posarelli - Gianni Bellucci), Heliopolis 21 architetti associati (Arch. Alessandro Melis- Ilaria Fruzzetti), inoltre gli architetti Giacomo Benvenuti e Massimiliano Settimelli. Ci sono state anche le consulenze della geologa Daria Marchetti e per l’idraulica il professor ingegner Valerio Milano.
“L’infrastruttura richiesta dal bando in un contesto di interessante valenza ambientale, non può limitarsi al generico tracciato viario, ma ad un opera ingegneristica di forte valenza ambientale ed urbana” si legge nella presentazione del progetto.
Per quanto riguarda la soluzione architettonica, la costruzione di un nuovo ponte non è più soltanto una questione di passaggio da una riva all’altra – spiegano i tecnici nella loro relazione – ma la soluzione di una delicata equazione tra i numerosi livelli disciplinari con cui si entra in contatto. Si tratta quindi di riconciliare logiche tecniche che si ignorano reciprocamente, mediante la risoluzione di tutte le fratture da esse generate.
Gli aspetti che sono stati affrontati per la progettazione sono: economicità della proposta; logica d’integrazione col paesaggio; separazione di livello tra flusso ciclo pedonale e flusso veicolare.
“Il concetto di economicità nella progettazione e esecuzione di grandi strutture come i ponti di queste dimensioni è un aspetto rilevante.
Il ponte ha una luce di 145 metri circa ed un’altezza di 25 metri oltre all’altezza dell’impalcato.
Il Ponte tipologicamente individuato da scelte di validità economica è stato studiato per apparire, nel rapporto con il paesaggio fluviale, segno diafano e sottile.
Per questo la sezione trasversale dell’impalcato si rastrema da entrambi i lati: a monte favorito dall’inserimento del percorso ciclo pedonale situato ad una quota inferiore, a valle da una rastremazione dell’impalcato stradale.
La scelta del colore contribuisce sensibilmente all’ottenimento degli obiettivi semantici: un segno sottile e compiuto nel paesaggio naturale, per questo è stato scelto il colore bianco.
Gli stessi tiranti tendono a scomparire nel rapporto con l’impalcato e con l’arco sovrastante, lasciando evidenti i due segni strutturali più importanti.
Il percorso ciclo pedonale parallelo al nuovo tracciato, spesso si distacca e devia per integrarsi ai percorsi esistenti ed alle strutture presenti quali: la zona sportiva di Fibbiana, l’agglomerato di Fibbiana, il percorso sull’argine dell’Arno, il campo da golf.
Sul ponte il percorso ciclo pedonale si sviluppa ad una quota inferiore, per garantire una condizione di fruizione più vicina al paesaggio mantenendo quindi quella condizione di tranquillità anche in termini di rumore che un percorso complanare non avrebbe.
CONNESSIONI CON LE REALTA’ LOCALI ESISTENTI
La costruzione di una nuova infrastruttura viaria, porta spesso conseguenze fortemente caratterizzanti il territorio, sia di valenza positiva sia di valenza negativa. Tra gli aspetti, meno considerati possiamo annotare le reti relazionali soprattutto all’interno di tessuti urbani consolidati. Nell’ultimo decennio una maggiore attenzione all’interdisciplinarità della progettazione ha aperto un settore nella disciplina, della sociologia urbana e rurale applicata a progetti architettonici.
Per questo motivo nella progettazione di infrastrutture, gli aspetti relativi alla valutazione delle connessioni sociali è divenuto rilevante.
Il sistema della mobilità lenta esistente è costituito dai percorsi sull’argine dell’Arno, sull’Ansa dell’Arno Vecchio, dal viale alberato che conduce a Villa Mannelli Antinori oltre alla viabilità di collegamento da Fibbiana alla zona sportiva.
Questi elementi vengono recuperati e messi a sistema con il nuovo percorso ciclo pedonale che oltre a rispondere ad esigenze di tipo normativo crea le condizioni per ottenere una migliore fruizione del territorio.
LA FRUIBILITA’ DELL’OPERA PROGETTATA
Quanto sopra esposto anticipa per la viabilità ciclo pedonale quello che è stato affrontato per la viabilità veicolare.
In particolare sono state recepite pienamente per le intersezioni le ipotesi del bando di concorso perché meglio si integrano con i flussi di traffico esistenti creando un miglioramento dei flussi nell’intorno di Fibbiana.
Il collegamento con Fibbiana della Rotatoria intermedia servirà al meglio anche la zona sportiva, in cui abbiamo previsto la possibilità di creare un nuovo parcheggio.
INSERIMENTO AMBIENTALE
Il nuovo tracciato stradale inizia dal raccordo con la s.s. 67 in un contesto insediativo segnato dalla presenza di fabbricati artigianali, per poi inoltrarsi nella campagna alluvionale dell’Arno segnata dalla presenza di insediamenti residenziali, artigianali e dal meandro del vecchio Arno tutelato dalla sovrintendenza.
L’infrastruttura per superare il fiume Arno sale di quota grazie ad un terrapieno che verrà inerbito con idrosemina per attenuarne l’impatto con il territorio.
In tal senso anche la pista ciclo pedonale aiuta il rapporto con il paesaggio grazie all’inserimento di un fascia arbustiva che oltre a garantire una netta separazione con la viabilità carrabile attenua sensibilmente il rapporto con la campagna circostante.
Le rotatorie sono state pensate per essere protagoniste ed hanno assunto un carattere di spiccato senso artistico inserendosi dialetticamente nel contesto paesaggistico.
LE ROTATORIE
Il concetto con cui sono state progettate parte della considerazione e dall’opportunità di considerarle delle “istallazioni artistiche” dialoganti con la cultura locale.
L’opportunità deriva dal fatto che l’istallazione di opere d’arte gode di canali di finanziamento autonomi. Tutte e tre hanno come catalizzatore visivo delle sculture di ceramica immerse in una rotatoria “contenitore” (sono tutte sculture di Aldo Londi grande artista montelupino della ceramica che è stato fra l’altro il maestro di Ettore Sottsass). La prima rotatoria, quella sulla SS 67, è essenzialmente composta da un bordo laterale circolare in Corten riempito in cocci di terracotta: non poteva essere diversamente dato che da tale rotatoria si accede anche alla zona industriale di Montelupo con tutte le fabbriche di ceramica e terracotta.
La seconda rotatoria ha un impatto più paesaggistico, dato che si trova in piena campagna: la vasca centrale, sempre bordata in Corten, è un vero e proprio vaso di fiori che dialoga con la variopinta pianura circostante.
La terza rotatoria, quella nel comune di Capraia, è essenzialmente costituita da un vasca riempita con sassi bianchi di fiume, come omaggio al fiume Arno, nel quale si innalzano delle sculture sempre di Aldo Londi simboli della campagna ma con forme aerodinamiche che rimandano vagamente alle chiglie delle navi (da sempre Limite è specializzata nell’allestimento di barche).
In attesa del lungo iter progettuale, burocratico, di stanziamento del denaro per l’esecuzione dell’opera, del bando per scegliere l’azienda che lo dovrà realizzare, questa è la filosofia di un’opera che indubbiamente sconvolgerà il paesaggio in quell’area, ma che rappresenta un passo in avanti per lo sviluppo dei due comuni che la ospiteranno. Un’opera che allo stesso tempo avrà bisogno di un potenziamento parallelo anche per la viabilità secondaria che la servirà.
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